4/11/1977. Nata e cresciuta a Collesalvetti con i miei genitori e mia sorella, famiglia colligiana da generazioni (mia madre è una Bertocchi), dopo la Laurea in Medicina e la Specializzazione in Endocrinologia ho vissuto negli Stati Uniti, a Boston, per 4 anni.
L’esperienza americana mi ha dato modo di confrontarmi con una realtà nettamente diversa da quella da cui provenivo non solo professionalmente ma anche a livello sociale. Ho poi deciso di tornare perché dopo essermi allontanata ho ancor meglio capito il legame viscerale che sento con questo territorio, pur conoscendone i limiti e proprio per questo con la voglia di contribuire a migliorarli. A Boston è nata la mia prima figlia Amanda, oggi dodicenne, e poco dopo il mio rientro in Italia è arrivato anche Daniel, 10 anni. Il ruolo di mamma mi identifica non meno del mio lavoro: la mia vita si articola fra Empoli, dove esercito attualmente, e Collesalvetti, fra le scuole e gli impegni extrascolastici dei miei figli con i quali ogni volta che è possibile cerco di ritagliare del tempo libero di qualità, tempo che spesso occupiamo con passeggiate nei nostri boschi, tanto meravigliosi quanto poco vissuti dai colligiani.
E di tempo libero “buono” con i nostri ragazzi c’è sempre più bisogno: in questo momento il nostro Comune offre ben poco per impegnare gli spazi della loro vita in modo costruttivo e accattivante, fatto che raddoppia il carico di ogni genitore in termini di ricerca di valide alternative alla noia col rischio di abbandonarli ai cellulari o a percorsi di vita tristemente noti. Quando avevo la loro età il paese di proposte ne offriva: dal carnevale con tanto di banda e majorette a una fiera paesana che negli anni si è vista ridurre ai minimi termini, passando per un decoro urbano di cui si sente sempre più la mancanza.
Mio padre è stato il fondatore dell’allora scuola di danza e della scuola di musica che poi è diventata la Clara Schumann, anch’essa recentemente persa nel già povero ventaglio di formazione extrascolastica che il nostro territorio offre. Da lui, oltre che ad amare profondamente la cultura e in particolar modo la musica e la sua “sorella” matematica (con un percorso che ho portato avanti fino al diploma di compimento inferiore di pianoforte), ho imparato che quando qualcosa sul territorio manca semplicemente si costruisce, senza perdere tempo a lamentarsi. E questa è la ragione della mia candidatura.
Come tutti i componenti di Cittadini in Comune, non ho ambizioni di poltrona: faccio il lavoro che ho sempre voluto fare e che mi stanca ma mi appaga, ho due figli da vivermi e guardar vivere, la voglia di imparare sostanzialmente qualsiasi cosa e una vita sociale piena fatta di migliaia di persone e impegni.
Come mia madre fece a suo tempo con me e mia sorella, fin da quando hanno iniziato l’asilo nido sono rappresentante di entrambe le classi frequentate da Amanda e Daniel, incarico che ho sempre accolto volentieri proprio nell’ottica di cercare di far funzionare le cose al meglio senza aspettarsi che lo facciano gli altri.
L’unica vera ambizione del nostro gruppo (che più che gruppo dopo 5 anni è ormai diventato una seconda famiglia) è quella di uscire dall’opposizione dove siamo sempre orgogliosamente e coerentemente rimasti in quest’ultimo lustro per poter sollevare il nostro territorio e riportarlo ad assomigliare a quello che era qualche decennio fa, adattandolo nello stesso tempo al momento storico attuale: fornire più ascolto per garantire la partecipazione di tutti, una migliore gestione ambientale e della salute e maggiori opportunità, facilitando il lavoro di chi quelle opportunità prova a offrirle. Vogliamo restituire Collesalvetti ai Colligiani, come io e le mie due famiglie (quella di sangue e quella di cuore) siamo e ci sentiamo da sempre. Siamo Cittadini, appunto, che entrano in Comune per restituirlo alla comunità: siamo CiC, Cittadini in Comune.