Non un camion, non un camino in più!
Dire che Stagno, la frazione più grande del nostro Comune, sia un’area pesantemente vessata dal punto di vista ambientale è un eufemismo ed un uso fin troppo educato delle parole. Visto che il governatore della Regione ha recentemente dichiarato che la Toscana, con una percentuale di raccolta differenziata sotto la media nazionale, “…fa schifo…”, ci saremmo aspettati, da parte di chi ci amministra, una virata netta su un modello più sostenibile da un punto di vista industriale. Ma le notizie che si rincorrono sui media riguardo al progetto della “bio”-raffineria che dovrebbe nascere all’interno dello stabilimento ENI di Stagno, impone una considerazione più approfondita.
Nello stato attuale noi diciamo Non un camion, non un camino in più! e anzi non perdiamo di vista le opere di bonifica e controllo delle emissioni già previste per la raffineria e la promessa chiusura dell’inceneritore di Picchianti.
Si tratta di questioni indipendenti che devono andare avanti su binari distinti e separati.
Se qualcuno ritenesse di condizionare, anche in minima parte, queste due opere alla realizzazione di questo nuovo impianto, sventolando magari l’impegno finanziario previsto di centinaia di milioni, si candiderebbe ad un modus operandi di indicibile scorrettezza al quale ci opponiamo, fin da subito, con estrema fermezza.
D’altra parte non ci meraviglieremmo di tentativi di questo tipo in quanto più che coerenti con l’attuale sistema politico radicato in Toscana, metodologia resa ancora più sgradevole da un uso delle parole palesemente fuorviante, cosa che non può non destare il sospetto e la diffidenza nostra come di tutti i cittadini.
Ad oggi c’è un solo dato di fatto nella questione della (bio?)raffineria e cioè che non esistono dettagli tecnici dell’opera.
Da settimane si sta parlando di protocolli di intesa, di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti “plasmix” (che il governo dovrebbe nei prossimi mesi trasformare, per decreto (!) in “materiali”) di numero di camion… e tutto questo senza sapere esattamente le caratteristiche di questo impianto.
Si è parlato di “bioraffineria” e ora di “distillatore”, un uso delle parole a dir poco fantasioso che evidenzia prima di tutto una imbarazzante mancanza di conoscenza tecnica della questione da parte della Regione che ne è primo promotore.
Abbiamo sentito parlare di “zero emissioni”, poi di “emissioni trascurabili”, insomma stiamo vedendo il solito scivoloso piano inclinato che, con il miraggio di una nuova miracolosa tecnologia, porta in realtà ai soliti vecchi problemi: emissioni, scorie pericolose, costi esorbitanti di funzionamento e bonifica.
E in ogni caso non è con una goccia di plastica “distillata” da aggiungere ai carburanti già prodotti a partire dai 5 milioni di tonnellate di greggio lavorate ogni anno che la raffineria di Stagno diventa “bio”.
Se ENI ha veramente intenzione di trasformare il sito di Stagno, dove da quasi un secolo vengono lavorati idrocarburi minerali, in una vera bioraffineria, che presenti un piano di bonifica e riconversione complessivo con la conseguente cessazione di tutte le attività petrolchimiche basate sul carbonio fossile!
Di più: il consenso richiesto – almeno a parole- alle comunità locali da tutti gli attori in gioco non può passare da un uso distorto delle parole, annunci spot, fughe in avanti e una complessiva mancanza di trasparenza: ad inizio Luglio, guarda caso subito dopo le elezioni a Collesalvetti e Livorno, è stato annunciato come fatto concreto, da Regione e Comune, un progetto di cui solo a Settembre si saprà qualche dettaglio!
Ci sono comunque alcune considerazioni che è possibile fare già adesso, pur in assenza di un chiaro progetto dell’opera con relative specifiche tecniche.
Innanzitutto non vogliamo portarci in casa un mostro da sfamare, come avvenuto in altri Paesi, considerati virtuosi dal punto di vista della gestione dei rifiuti i quali, dopo aver realizzato mega impianti, importano adesso spazzatura da altri Paesi per rientrare dagli investimenti fatti (vedasi il caso dell’inceneritore di Copenhagen, sì quello della pista da sci…).
I tempi di costruzione di impianti di questo tipo sono tali per cui, nel frattempo, si potrebbero conseguire miglioramenti nel recupero e nella riduzione dei rifiuti tali da far sballare le previsioni economiche dell’impianto stesso.
Per questo pensiamo che sia necessario un accurato studio sulla sostenibilità economica di un impianto di questa portata nel tempo per accertarsi che non entri in concorrenza con una vera economia circolare (che la Regione oltretutto dichiara di voler perseguire) basata sul recupero delle risorse, anziché sul solo recupero energetico come di fatto sembra avvenire con questa soluzione.
E’ stato inoltre dichiarato dallo stesso Sindaco di Collesalvetti che l’opera, da un punto di vista logistico, grava al 100% sul territorio del nostro Comune.
Noi ribadiamo, Non un camion in più nell’abitato di Stagno!
Pensiamo che un sito industriale di queste dimensioni già ora richieda una viabilità dedicata e che, qualora si ipotizzi un seppur minimo incremento del traffico, questo debba comportare la realizzazione di opere che garantiscano la definitiva separazione dalla viabilità ordinaria.
I tempi per l’eventuale realizzazione di questo nuovo impianto saranno lunghi, ma ancora più lunghi possono essere quelli per l’adeguamento viario, per questo pensiamo che la questione logistica vada affrontata subito e posta come condizione per eventuali passi successivi.
I problemi vanno risolti prima che il tempo li trasformi in emergenze, questo dovrebbe essere ben chiaro a chi abbia un minimo di esperienza dell’aria di Stagno e Guasticce.
Inoltre vogliamo ribadire con forza che non è vero che il Comune di Collesalvetti non conta nulla in questa partita come più volte alluso dal Sindaco durante la discussione tenuta in Consiglio Comunale: lo dimostra quel gruppo di mamme della piana fiorentina che ha ottenuto la cancellazione di un progetto di un inceneritore – ritenuto fino al giorno precedente indispensabile – e che di fatto ha costretto Rossi e la sua Giunta a riscrivere l’intera politica regionale sulla gestione dei rifiuti- di cui questa bella novità dedicata a Stagno è diretta conseguenza, scelte di cui adesso si fregia come se fossero il frutto della lungimiranza ambientale e innovazione tecnologica.
L’accettazione da parte delle comunità locali è in realtà un elemento determinante tanto che ENI stesso la indica – ci auguriamo con maggiore serietà – come condizione irrinunciabile per la fattibilità dell’opera, posizione che fa riflettere se si ascoltano invece le parole del governatore, che dovrebbe rappresentare gli interessi della popolazione, che sembrano dare per scontato che l’opera si farà.
Qualcuno sta già strumentalizzando la questione con la solita propaganda fatta di selfie e dichiarazioni spot, destinate a non portare a nessun risultato concreto se non un inutile inasprimento e muro contro muro istituzionale dove, lo sappiamo, alla fine è sempre la maggioranza a spuntarla.
Noi non siamo un comitato, conosciamo bene i diversi ruoli e campi di azione di tutti e il nostro posto all’interno di un organo istituzionale ed è lì che ci volgiamo muovere, agire ed incidere partendo sempre da fatti a e dati oggettivi e dalle riflessioni sopra descritte.
Lista Civica Indipendente
Cittadini in Comune per Collesalvetti